Gatti che si nascondono

8/22/20252 min leggere

“Il mio gatto si nasconde quando arrivano ospiti”

Un comportamento naturale, ma non da ignorare.

C’è chi sparisce appena suona il citofono.

Chi si infila sotto al letto non appena sente una voce nuova.

Chi resta immobile per ore dentro un armadio o dietro al divano.

E c’è chi, in presenza di estranei, smette persino di mangiare o usare la lettiera.

È normale che il gatto si nasconda?

Sì. È un comportamento naturale, legato al suo istinto di protezione.

Il gatto è un animale sensibile, attento, territoriale: ogni cambiamento — voci nuove, rumori, odori estranei, movimenti inconsueti — può essere vissuto come una minaccia. Nascondersi è il suo modo di prendersi tempo per capire se è al sicuro.

Ma va sempre bene così?

Non proprio.

Il problema non è che il gatto si nasconde.

Il problema nasce quando quel rifugio diventa una prigione: quando il gatto non mangia, non beve, non si muove. Quando nessuno riesce più a “raggiungerlo” — né fisicamente né emotivamente.

Ecco, in questi casi è importante fare un passo in più

Rispetto non significa rassegnazione

Molti umani, di fronte a un gatto che si nasconde spesso, si dicono:

“È fatto così, non c’è niente da fare.”

Ma anche questo è un errore.

Perché se è vero che non esistono soluzioni facili, è anche vero che non fare nulla per principio può diventare una forma di rinuncia.

Il punto è proprio qui:

Non crediamo nei “trucchi infallibili” né nelle soluzioni da manuale.

Non facciamo promesse da guru felini.

Non pensiamo che ogni comportamento vada “corretto”.

Ma pensiamo che ogni gatto meriti la possibilità di vivere meglio — se lo vuole, e se trova intorno a sé persone pronte ad ascoltarlo.

Anche un gatto adulto, che da anni si rifugia appena sente un rumore, può — con i giusti tempi e gli stimoli adeguati — imparare che non tutto quello che entra in casa è una minaccia.

Cosa possiamo fare (insieme)

Esistono approcci, giochi e attenzioni che non obbligano il gatto, ma lo invitano con gentilezza a partecipare.

I giochi a distanza, come piumette o lacci mossi lentamente, funzionano bene anche quando il gatto è ancora nel suo nascondiglio: non devono portarlo subito fuori, ma aiutarlo a sentirsi parte del contesto, a modo suo.

Parole calme, movimenti lenti, spazi protetti con lettiera, acqua e cibo sempre disponibili. A volte basta poco. A volte serve molto di più. Ma il punto è: vale sempre la pena provarci.

E per farlo serve ascolto, pazienza e consapevolezza.

Il nostro approccio

Noi di I Gatti di Monza ci occupiamo ogni giorno di gatti che si nascondono.

Lo vediamo durante le nostre visite da cat sitter, lo affrontiamo nelle consulenze con famiglie che non riescono più a interagire con il proprio micio.

E sappiamo una cosa con certezza: non ci sono scorciatoie.

Non si tratta di “tirare fuori il gatto”.

Si tratta di costruire una relazione che lo faccia sentire al sicuro, anche fuori dal suo rifugio.

Comprendere il comportamento del gatto non significa “aggiustarlo”.

Significa imparare a leggerlo, rispettarlo, e — se possibile — aiutarlo a scegliere una strada nuova.

Se anche tu convivi con un gatto che tende a isolarsi o a sparire per ore, e vuoi capire meglio come accompagnarlo, scrivici.

Siamo qui per aiutarti, senza giudicare.